Costruzione del Portafoglio nel Miglior Interesse del Cliente?

Siamo veramente costretti ad esporci ai “Magnifici 7” per investire nell’azionario USA?

L’S&P 500 rimane indiscutibilmente l’indice di riferimento per gli investimenti azionari all’interno di un portafoglio. È noto che vi sono bias verso indici nazionali come il MIB per gli investitori italiani o il SIX per quelli elvetici. Tuttavia, l’azionario USA è sempre stato il mercato trainante negli investimenti azionari globali. Dal 2008 ad oggi, nonostante alcune interruzioni causate da eventi di “cigno nero” come crisi economiche, guerre e pandemie, il mercato azionario americano ha registrato una crescita notevole. Questo è stato dovuto in parte grazie a tassi d’interesse prossimi allo 0 per periodi prolungati e all’emergere dell’intelligenza artificiale, che di loro volta hanno spinto poche società tecnologiche a dominare l’S&P 500.

La Sfida della Gestione Attiva

Superare l’S&P 500 sul lungo termine è comprovato essere estremamente difficile, se non impossibile, per la maggior parte dei gestori. Di conseguenza, una gestione attiva ad alto costo spesso non ha senso. La soluzione più logica sarebbe quella di esporsi tramite un ETF a replica passiva e a basso costo. Tuttavia, ciò comporta l’accettazione di valutazioni che, nell’attuale contesto di mercato, possono sembrare elevate. Quindi, se né la gestione attiva né l’approccio passivo sembrano ideali, come possiamo rimanere esposti all’azionario USA evitando valutazioni percepite come eccessive e, allo stesso tempo, contenendo i costi?

Una Soluzione: L’Approccio MOAT

Una soluzione interessante, sostenuta da uno dei più celebri investitori al mondo, Warren Buffet, è l’approccio MOAT investing. Questo approccio si basa sull’investimento in società che possiedono un “fossato economico” – un vantaggio competitivo che le protegge dalla concorrenza – e che vengono scambiate al di sotto del loro valore intrinseco. Chiaramente anche la strategia Moat comporta dei rischi che devono essere monitorati dagli investitori, da quello di mercato fino a quello di concentrazione.

L’Indice Morningstar MOAT

Morningstar, rinomata società di ricerca finanziaria globale, ha lanciato nel 2007 un indice basato sulla strategia di investimento MOAT. Questo indice investe in società che possiedono vantaggi competitivi di almeno 20 anni e che sono scambiate al di sotto del loro valore intrinseco stimato da Morningstar stessa. I risultati di performance di questo indice sono significativi: dal 2007 al 2023, l’indice ha sovraperformato l’S&P 500 di circa il 280%[1]. Tuttavia, la performance non è l’unico criterio che rende questa strategia interessante. Il miglioramento dello Sharpe Ratio da 0,59 a 0,71, un Downside Capture di 0,86 e un Upside Capture di 107,38 sono ulteriori parametri che evidenziano la validità di questa filosofia di investimento. Questi indicatori mostrano come l’indice sia in grado di offrire un rendimento aggiustato per il rischio superiore, limitando le perdite nei periodi di mercato negativo e catturando maggiormente i guadagni nei periodi positivi. È importante sottolineare che i risultati passati non garantiscono rendimenti futuri. Pertanto, è essenziale effettuare una profonda analisi della strategia per comprendere appieno le sue dinamiche e potenzialità.

Performance e Stock Selection

È importante notare che nel breve termine possono verificarsi periodi di underperformance, poiché la strategia basata su regole esclude titoli che sono prezzati oltre il loro fair value, concentrandosi su quelli con maggiore potenziale in base al rapporto prezzo/valore intrinseco. Un dato interessante riguarda la performance del 2023: l’indice ha registrato un +6% rispetto all’S&P 500 (+32% vs +26%), nonostante fosse composto da un paniere di circa 60 titoli che includeva solo un quarto dei “Magnifici 7”. Questo sottolinea l’importanza della selezione dei titoli come driver di performance.

Efficienza dei Costi

La strategia MOAT è offerta da VanEck con un costo di gestione relativamente limitato, che è superiore a quello di un semplice ETF che replica l’indice di riferimento, ma inferiore ai costi di una gestione attiva, rappresentando circa un terzo di questi ultimi. Questa efficienza nei costi è dovuta alle caratteristiche degli ETF, che sembra si stanno affermando sempre più come strumenti validi ed efficienti per la costruzione di portafogli.

Conclusione

Per i consulenti finanziari e private banker certificati FPSB, l’approccio MOAT puó rappresentare una valida alternativa per esporre i portafogli all’azionario USA, cercando di mantenenere un equilibrio tra costi di gestione e potenziale di rendimento.


[1] Non é possibile investire direttamente in un indice.