Essere un pianificatore finanziario è una grande responsabilità e la formula per eccellere come professionisti si basa sull’equilibrio tra diversi elementi.
La competenza, prima di tutto, è la base di questa professione: il buon pianificatore deve conoscere a fondo i mercati finanziari, la previdenza e il mondo assicurativo, e avere conoscenze negli ambiti fiscale, successorio e immobiliare. Fondamentale è anche l’aggiornamento continuo per restare al passo con nuove normative e strumenti e garantire risposte puntuali alle domande specifiche del cliente.
Ma la competenza, da sola, non basta. Se tutto si riducesse a un insieme di nozioni tecniche, l’intelligenza artificiale avrebbe già reso superfluo il nostro lavoro.
Ciò che differenzia un pianificatore finanziario eccellente da un semplice esperto è la capacità di connettere i vari aspetti della situazione patrimoniale e personale di un cliente, trovando la soluzione più adatta alle sue esigenze specifiche. È un’abilità unica, che si sviluppa con l’esperienza, l’intuito e soprattutto con l’empatia.
Proprio l’empatia è il secondo elemento nella formula di un buon pianificatore finanziario: è ciò che permette di andare oltre i numeri, di creare una connessione autentica con il cliente per cui, spesso, le vere esigenze non sono esplicite.
Non si tratta solo di ascoltare, ma di comprendere a fondo le paure, i desideri e gli obiettivi, anche quelli che il cliente stesso fatica a esprimere. Molte volte, infatti, è il pianificatore a portare alla luce esigenze latenti e priorità non ancora chiare, offrendo una visione più ampia e consapevole. È qui che si costruisce il valore aggiunto, quel rapporto di fiducia che nessun algoritmo potrà mai replicare.
Ma questa fiducia non può esistere senza il terzo elemento che caratterizza un buon pianificatore finanziario: l’etica.
Essere un pianificatore finanziario significa assumersi una responsabilità enorme: si diventa il punto di riferimento per decisioni che influenzano la vita presente e futura del cliente e della sua famiglia. È un ruolo cruciale che richiede trasparenza, integrità e il costante impegno a perseguire il massimo benessere del cliente. Come un faro nella nebbia, il pianificatore guida il cliente verso scelte consapevoli, mettendo sempre il suo interesse al primo posto.
L’ultimo elemento fondamentale per diventare un buon pianificatore finanziario è saper utilizzare i giusti mezzi tecnologici per garantire una pianificazione puntuale.
È fondamentale per il pianificatore essere armato di software e strumenti che garantiscano l’erogazione di un servizio preciso, efficientando i tempi e eliminando potenziali errori operativi. In questo senso, anche l’avvento dell’intelligenza artificiale potrà rappresentare una nuova opportunità per migliorare sempre di più i propri servizi. Software, intelligenza artificiale o quel che sia, restano comunque delle semplici armi a disposizione del consulente che dovrà essere in grado di maneggiare e far funzionare.
In conclusione, l’identikit del buon pianificatore finanziario vede un professionista caratterizzato da:
Competenza e conoscenza nei diversi ambiti patrimoniali;
Empatia e capacità relazionali per creare rapporti profondi con i propri clienti al fine comprendere le reali esigenze ed obiettivi degli stessi;
Etica, importante in molti ambiti della vita, ma inevitabile per gestire tematiche così delicate per la vita delle persone;
Supporto della tecnologia, perché i giusti software possono essere d’aiuto per migliorare ed efficientare il servizio offerto.
Diventare un buon pianificatore finanziario è un percorso in grado di arricchire umanamente e professionalmente il consulente: significa fare la differenza, accompagnando le persone nella costruzione di un futuro migliore con competenza, sensibilità e integrità.
Dott. Sebastiano Parillo CFP®
Amministratore Delegato Unocapital | Consulente Finanziario Autonomo